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Correlazioni in Medicina



Mektovi per il trattamento del melanoma metastatico o che non può essere asportato chirurgicamente


Mektovi è un farmaco per il trattamento del melanoma che si è diffuso o che non può essere asportato chirurgicamente.
Mektovi viene usato in associazione con un altro medicinale, Encorafenib ( Braftovi ), ed è destinato esclusivamente ai pazienti le cui cellule tumorali presentano una particolare mutazione ( alterazione ) nei geni denominata BRAF V600.
Mektovi contiene il principio attivo Binimetinib.

Mektovi è disponibile sotto forma di compresse da 15 mg. I pazienti assumono normalmente 45 mg ( 3 compresse ) per bocca due volte al giorno, ma è possibile ridurre la dose o interrompere temporaneamente il trattamento se manifestano effetti indesiderati fastidiosi.
Può anche essere necessario ridurre la dose dell’altro medicinale, Encorafenib.
Il trattamento con Mektovi può protrarsi fin tanto che il paziente ne trae beneficio e non manifesta effetti indesiderati inaccettabili.
Il trattamento con Mektovi deve essere avviato e supervisionato da un medico esperto nella prescrizione di medicinali antitumorali.

Nei melanomi con mutazione BRAF V600 è presente una forma anomala della proteina BRAF, che attiva un’altra proteina denominata MEK, implicata nella stimolazione della divisione cellulare. La conseguente divisione incontrollata delle cellule favorisce lo sviluppo dei tumori.
Il principio attivo di Mektovi, Binimetinib, agisce bloccando direttamente MEK e impedendone l’attivazione da parte di BRAF, rallentando così la crescita e la diffusione del tumore.

Uno studio condotto su 577 pazienti affetti da melanoma con mutazione BRAF V600 che si era diffuso o non poteva essere asportato chirurgicamente ha dimostrato che Mektovi in associazione con Encorafenib prolunga il tempo di sopravvivenza dei pazienti senza peggioramento della malattia.
I pazienti che hanno assunto questa associazione hanno vissuto in media per quasi 15 mesi senza peggioramento della malattia, a fronte degli oltre 9.5 mesi per i pazienti che hanno assunto Encorafenib in monoterapia e di poco più di 7 mesi per i pazienti trattati con un medicinale diverso denominato Vemurafenib.

Gli effetti indesiderati più comuni di Mektovi ed Encorafenib assunti insieme alle dosi raccomandate più elevate sono stanchezza, nausea ( sensazione di star male ), diarrea, vomito, distacco retinico ( una affezione oculare che conduce a problemi di vista scarsa ), dolore addominale, dolore articolare, dolore muscolare e livelli elevati di un enzima denominato creatinchinasi, che possono indicare problemi muscolari.
Questi effetti indesiderati si sono verificati in più di 1 paziente su 4.

Fino al 50% dei pazienti affetti da melanoma metastatico presenta una mutazione in BRAF, soprattutto la mutazione V600.
Mektovi in associazione con Encorafenib può contribuire a prolungare il tempo di sopravvivenza di questi pazienti senza peggioramento della malattia.
Gli effetti indesiderati osservati con Mektovi sono analoghi a quelli osservati con altri medicinali della stessa classe e sono considerati gestibili.
Pertanto, l’Agenzia europea per i medicinali ha deciso che i benefici di Mektovi sono superiori ai rischi. ( Xagena2018 )

Fonte: EMA, 2018

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